E’ appena suonata la campanella, inizia
la terza ora di una solita mattina
scolastica e sto per entrare in terza B
–“Prof …possiamo palarle?”
E’ Marguerite di 5°, con Irene.
–“Potrebbe venire a Salvatronda a
parlare di Angelica e Samar?”- mi
chiedono.
Margherite ha ripreso, lo scorso due
ottobre, lo spettacolo Bereshit, al
teatro Accademico in una serata
indimenticabile.
-“Stiamo organizzando in parrocchia…..”-
Ci accordiamo, ci incontriamo la sera
del giovedì seguente.
Conosco Michela che con grande
entusiasmo e passione mi parla del coro
di giovani che anima e in cui canta con
Irene. Mi racconta che, dal 2002, con il
coro hanno proposto alla comunità di
Salvatronda di vivere un Natale diverso,
meno consumista e più riflessivo e lo
hanno fatto attraverso le canzoni.
Quest’anno vogliono proporre anche di
fare. –“La signora Laura (vicecomandante
della polizia municipale di Castelfranco)
aveva parlato ad un’amica catechista di
Samar e di Angelica. Così – continua
Michela – abbiamo fatto nostro
l’obiettivo dei bambini del catechismo
che hanno ‘adottato’ l’orfanotrofio di
Samar. Vogliamo invitare la comunità la
sera del 18 dicembre; i bambini
porteranno i cartelloni di riflessioni e
pensieri, il coro canterà e lei prof, ci
parlerà di Angelica e Samar. . .”
Torno a casa entusiasta. Telefono alla
signora Laura, aveva assistito ad una
conferenza di Angelica e Samar lo scorso
maggio (avevano svolto un ciclo di
conferenze invitate da Asolo Libro
Festival) e ne era rimasta molto colpita.
Ed arriva la sera del 18 dicembre, dopo
altre telefonate ed incontri per
chiarire la scaletta della serata dal
titolo “Se bastasse una canzone… per
aiutare Angelica e Samar”.
Giovanni mi accompagna (e mi sostiene).
La chiesa in breve tempo si riempie di
bimbi, giovani, mamme, papà, nonni.
Le luci si abbassano.
Il coro canta “Se bastasse una canzone”.
Io presento la testimonianza su Angelica
e Samar, amiche, sorelle, madri coraggio
e racconto di ciò che hanno costruito,
di ciò che fanno e dei loro progetti. Su
uno schermo scorrono le immagini di
Lazarus Home, del panificio, di Bershit.
. .concludo il mio intervento porgendo
un invito-speranza che si costruiscano
tanti ponti tra Castelfranco ed Angelica
e Samar e che molte persone si uniscano
ai loro sogni. Racconto la storia
dell’uccellino che emoziona tutti i
presenti.
Si alternano il coro che propone canzoni
di pace e speranza ed i bambini che
leggono le loro riflessioni e scopro che
la storia dell’uccellino è diventata
argomento del catechismo.
Il coro saluta con Happy day.
Molti gli applausi, molte le promesse,
tanta la voglia di continuare per i
progetti di Angelica e Samar.
Incontro tante persone, rivedo un alunno
di alcuni anni fa.
Grande il desiderio di fare assieme il
pane, grande il desiderio di salire
assieme su un palco.
Con Miche ed Irene ci ripromettiamo che
questo progetto continuerà!
Usciamo, Giovanni mi sorride e mi
dice–“Sei andata bene, la prossima volta
mettici ancora più pathos!”-
Contraccambio il sorriso e penso che i
figli sanno dare giudizi e consigli.
Ci sentiamo felici di essere amici –
fratelli di Angelica e Samar e di farle
conoscere.
Alzo gli occhi ed Orione brilla in
questa notte fredda e tersa.
Angelica e Samar, anche i vostri nomi
sono due stelle, che si sono accese nel
cielo della speranza e della gioia.
Lionella
28 dicembre 2004 |