BREAD FOR PEACE 
Kibbuz Sasa

2 Ottobre 2005

L'aria di amicizia, di rispetto e di affetto l'ho respirata ancora prima di lasciare Israele, quando, dopo aver letto l'invito di Ermanno Rea che mi chiedeva di venire a Napoli per ripetere il rito del Pane della Pace insieme alla mia amica palestinese Samar Sahhar come in Giugno a Betania, mi sono accorta che la serata sarebbe iniziata alle 19,00. "Mi dispiace Sig. Rea, non potro' cuocere il pane di Sabato!" "Ma perche' a che ora finisce il vostro Sabato?" Mi chiede preoccupato. "Non so, deve chiedere al Rabbino di Napoli. Gli orari sono diversi da Israele all'Italia e persino di citta' in citta'.

Dopo qualche ora mi richiama soddisfatto: "Tutto a posto! Inizieremo la serata alle 19,38 e lei potra' partecipare tranquillamente! Ci teniamo ad avervi con noi. La scrittrice Manuela Dviri che fa parte della Commissione del Premio Napoli nell'ambito del quale si organizza la "Giornata dell'Amicizia" ci ha consigliato caldamente di invitarvi a ripetere questo rito. Era con voi a Betania ed e' tornata entusiasta!"

Lo staff di questo prestigioso premio letterario che e' gia' alla sua cinquantunesima edizione non risparmia energie, mezzi e tempo per far si che tutto avvenga all ' insegna della perfezione, del buon gusto, del sapore e delle bellezze di Napoli che scintilla e vibra tutta per la folla nelle strade, per quel sole e quel Vesuvio che troneggia orgoglioso su tutto il golfo. Ermanno Rea il presidente accolglie i 12 scrittori – poeti finalisti da tutto il mondo e noi con grande affetto.

La mia amica palestinese Samar Sahhar non puo ' venire e al suo posto invia Reem e Fatma, due delle sue collaboratrici mussulmane del Lazarus Home for girls che avevo conosciuto a Betania.

Quando arriviamo, Sabato sera in Piazza Dante sono le 19,00. Lo spettacolo che ci si presenta ci lascia senza respiro. Al centro della Piazza c'e' un palcoscenico di 20 metri per 20 ai due lati due grandi forni per il pane gia' accesi e tutto intorno a cerchio lungo tutta la piazza 21 Gazebo bianchi inondati di luce. Su ognuno c'e' scritto il nome di un paese del mondo. In ognuno la documentazione di quel paese, rappresentanti di quel paese e la cosa piu' bella, due panettieri napoletani ai quali lo staff del Premio Napoli ha affidato la ricetta del pane tipico di quel paese da cuocere, distribuire ed offrire gratutitamente ai passanti. Cerco immediatamente Israele: e il gazebo e' la', tra quello della Siria e quello del Libano e un po' piu' in la' ci sono quello palestinese e quello libico!!!!! Benedetto staff del Premio Napoli, che ha fatto si che fossimo parte anche di questo altro piccolo miracolo! Con me c'e Neri Livne ', israliana, giornalista di Haaretz: "Andiamo a chiedere un po' di pane..mi e' venuto appetito con tutti questi profumi!!!" mi dice. Ci avviciniamo al gazebo turco e chiedo un pezzetto di pane, la fornaia gentile mi guarda e sottovoce mi dice: "Ancora no signora, mi scusi...solo dopo le 19,38...." Non sa perche' ma le hanno detto cosi. E anche gli altri rispondono allo stesso modo. Neri, non crede alle sue orecchie: "Ma e' per via dello Shabbat?.. Ma che ne sanno?" Io dentro di me sento che piu' amore di cosi non si potrebbe ricevere in una volta sola!

Quando ci invitano sul palco per narrare il motivo per cui siamo qui stasera, su due grandi schermi ai lati del palco si vedono immagini della Giornata del Pane a Betania: i miei ragazzi del Teatro Arcobaleno con le maschere dello spettacolo Beresheet, gli scout palestinesi che ci accolgono con la banda, donne col capo coperto e la maglietta con su scritto "PANE E PACE" in ebraico, in arabo e in italiano, la stessa che indossano ora i panettieri napoletani, che preparano pagnotte insieme a donne israeliane. Racconto di come e ' nata la mia amicizia con Samar della visione di una giornata dove donne israeliane e arabe cuociono insieme il Pane della pace, dove il pane diviene simbolo: di come siamo entrati in zona palestinese con la speranza nel cuore, di come questa nostra visione e ' arrivata qui a Napoli e continua a spandersi per il mondo, di come avevo descritto i dubbi, le paure e le gioie nel mio libro "Giu le maschere". Il pubblico e ' commosso. Evelina Meghnagi accompagnata da una grande orchestra canta canzoni israeliane dal ritmo orientale. Cominciamo ad impastare insieme, arabe, israeliane e napoletane, la farina, il lievito e l ' acqua. Cicci Rossini, legge dei brani dal libro Terra di latte e miele di Manuela Dviri. Io impasto con le lacrime agli occhi, Cicci Rossini legge il brano in cui la Dviri racconta il mattino in cui seppelirono suo figlio Jonathan, diciannove anni, morto in Libano. Impasto e prego. Impasto, piango dentro e sorrido a Fatma, sorrido a Raffaella la panettiera napoletana, sorrido a Rai 1, a Rai 2 e a Rai 3, a Mediaset e ai due angeli custodi che ci fanno da guardia. Guardo il cielo, sorrido e continuo a mandare inni di ringraziamento dal cuore mio, diretti verso il cielo al cuore di tutte quelle persone commosse ed emozionate. E prego. Prego il Signore e tutti gli angeli...lassu ' gia' sanno cosa prego. E alla fine, quando il pane e ' pronto invitiamo il pubblico a favorire...una fila di persone si mette li, davanti a me, con lo sguardo grato e una signora mi chiede: "Angelica, potrei averne un pezzetto dalle sue mani?" E io glielo do ' , eccome se glielo do'. Sorridendo, abbracciando, benedicendo e ringraziando in cuor mio chi ha ideato questa festa del bene....do' il pane, sorrido e continuo a pregare!
Angelica e Yehuda Calo' Livne'
Comunicati
Samar Sahhar e tutte le ragazze di Lazarus Home - Betania
Kibbuz Sasa
2 Ottobre 2005

I misteri della Kabbalah e Padre Pio
Un cammino inarrestabile
Resoconto delle attività della Fondazione Beresheet La Shalom

da Settembre 2004 a Settembre 2005

Speciale Giornata del Pane
COMUNICATO BETANIA
Mercoledì 1° giugno, a Roma,
in piazza delle Cinque Scole, alle ore 16.00

Associazione Italia Israele - Varese Alto Milanese

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