BREAD FOR PEACE
1° Giugno 2005

 -Il Giorno del Pane -
E inizieremo dalle cose piu' semplici. . .
Da un pezzo di pane!

 E il Signore gli apparve presso le querce di Mamre’, mentre egli era seduto all’ingresso della tenda nell’ora piu’ calda del giorno. Alzo’ gli occhi ed ecco tre uomini erano la’ vicino a lui; come li vide, corse incontro dalla porta della tenda, si prostro’ a terra e disse: “Signor mio, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, ti prego, non passare oltre al tuo servo.  Si prendera’ un po’ d’acqua. . . prendero’ un pezzo di pane, vi ristorerete e poi proseguirete. . . Essi risposero: “Fa pure come hai detto.” Abramo corse verso la tenda da Sara e disse Presto, prendi tre sea’ di fior di farina, impastala e fanne focacce.” Uno di essi disse: Tornero’ da te da qui a un anno e tua moglie Sara partorira’ un figlio.”   (Beresheet 18, 1-10)

Quegli ospiti erano i tre angeli del signore: Michael che veniva ad annunnciare la nascita di Isacco, Rafael che veniva a curare Abramo e Sara ormai vecchi e stanchi e Gavriel che veniva a portare la parola del Signore nella citta’ di Sodoma.

 

Quando la mia amica palestinese Samar ha lanciato l'idea di una "Giornata del pane per la pace" nel suo panificio a Betania ho sentito che non potevo sottrarmi a questa chiamata!

    Il pane!
Simbolo di vita, di speranza, di prosperita', di accoglienza, e’ desiderio e necessita' prima degli uomini di qualsiasi cultura. Appena tornata a casa, in Israele, ho iniziato a cercare freneticamente di coinvolgere piu' gente possibile e ho cominciato a raccontare il sogno. I primi occhi che si sono accesi sono stati quelle delle madri. Di madri di figli soldati, di figli scolari, di nonne, di coloro che non dormono la notte e si chiedono cosa si possa fare per cambiare qualcosa. Poi ho cercato qualcuno di importante e per tre giorni di seguito ho visto sugli schermi della televisione israeliana, uno dei personaggi piu' veri e affascinanti del mondo politico israeliano: Yuli Tamir, dei Laburisti, professoressa di filosofia all'Universita' di Tel Aviv, Membro della Knesset. C’erano discussioni feroci ma, ogni volta che lei accennava a parlare, tutti intorno tacevano di colpo e l'ascoltavano con ammirazione e rispetto.

"E' lei!!" ho pensato – “Quegli occhi profondi raccontano le sofferenze e le paure delle madri di tutti i figli in pericolo! Le ho telefonato senza indugio. Mi ha risposto con una cordialita' tale che mi sembrava di vedere il suo sorriso attraverso il telefono! L'idea le piaceva e voleva conoscere anche Samar. Detto fatto. Sabato sera eravamo tutti a cena nella mia casa del kibbuz: c’era Samar, c’era Giovanni Quer, rappresentante della parte italiana della Fondazione Beresheet LeShalom che aveva lavorato tutta la settimana nel orfanotrofio e nel panificio di Betania come volontario, c'era la mia famiglia e tutti insieme abbiamo partorito un nuovo progetto per darci speranza a vicenda: donne israeliane e donne palestinesi, donne ebree, cristiane e musulmane si incontreranno e assieme prepareranno e spezzeranno il pane frutto della loro opera.

Betania, Azariye, dove secondo il Nuovo Testamento Lazzaro torno' in vita, confina con Gerusalemme est, dalla porta di Damasco in direzione sud.

Il panificio e' stato aperto con l'aiuto di un tecnico israeliano che, dopo molte titubanze e rifiuti ha accettato il rischio di recarsi in Palestina, il 16 ottobre 2003 (altro segno divino: 60 anni esatti dalla razzia compiuta dai nazisti nel ghetto di Roma). Dopo aver montato i macchinari si e’ preparato il primo pane e israeliani e palestinesi: arabi cristiani e musulmani ed ebrei hanno condiviso lo stesso cibo sedendo alla stessa tavola.

Ci incontreremo per condividere un momento semplice quanto quotidiano d'ogni uomo. Da tempo questo desiderio albergava nell'animo di Samar e dopo l'ultimo viaggio di testimonianze in giro per l'Emilia Romagna, ho sentito che era il momento di aiutarla ad avverarlo.

La Tamir si e' offerta di esser portavoce e responsabile.
Ci saranno diversi gruppi di lavoro per le diverse fasi di lavorazione del pane, per poi condividerlo nello spiazzo antistante il panificio con musica canti e forse per la prima volta in Palestina (e questo e' veramente un sogno) verra' rappresentato lo spettacolo del Teatro Arcobaleno "Beresheet".

Anche l'Ambasciatrice d'Italia in Israele Anna De Bernardin ha accolto con entusiasmo il progetto e ci ha incoraggiato con affetto. Ora stiamo cercando di coinvolgere piu' Enti possibili che sostengono l'opera di donne, di operatrici di pace, di educazione e di convivenza fra i popoli.


L'8 febbraio 2005 Arik Sharon e Abu Mazen si sono stretti la mano a Sharem El Sheich.
Ora mani palestinesi e mani israeliane creeranno insieme il primo pane comune dopo tante sofferenze. Perche’ le madri sono coloro che danno la vita. Le madri sono la prima fonte di alimento dei propri figli. Perche’ Sara preparo’ il pane che Abramo offri a quei tre Angeli benedetti che erano venuti a promettergli una grande discendenza. . .

Eccoci, siamo parte di quella discendenza: faremo del tutto per continuare a portare avanti
quella promessa !!! Per continuare a costruire e per dare il meglio di noi stessi.
Per dare coraggio a chi vuole continuare a vivere, a chi crede in un futuro pieno di colori,
di tavolate piene di figli e nipotini, di gite all'aria aperta e di case serene.
E inizieremo dalle cose piu' semplici. . .
Da un pezzo di pane!

Dobbiamo essere pronti. . .
chissa’ che quei tre Angeli non passino di li. . . per tornare a curare le nostre ferite,
per portare la parola del Signore a Sodoma per annunciare
la fine di tutte le sofferenze!

Angelica Calo' Livne'
2005