E
il Signore gli apparve presso le querce di Mamre’, mentre egli
era seduto all’ingresso della tenda nell’ora piu’ calda del
giorno. Alzo’ gli occhi ed ecco tre uomini erano la’ vicino a
lui; come li vide, corse incontro dalla porta della tenda, si
prostro’ a terra e disse: “Signor mio, se ho trovato grazia ai
tuoi occhi, ti prego, non passare oltre al tuo servo. Si prendera’ un po’ d’acqua. . . prendero’ un pezzo di pane, vi
ristorerete e poi proseguirete. . . Essi risposero: “Fa pure come
hai detto.” Abramo corse verso la tenda da Sara e disse
“Presto,
prendi tre sea’ di fior di farina, impastala e fanne focacce.”
Uno di essi disse:
“Tornero’ da te da qui a un anno e tua moglie
Sara partorira’ un figlio.”
(Beresheet 18, 1-10)
Quegli ospiti erano i tre angeli del signore: Michael che veniva
ad annunnciare la nascita di Isacco, Rafael che veniva a curare
Abramo e Sara ormai vecchi e stanchi e Gavriel che veniva a
portare la parola del Signore nella citta’ di Sodoma.

Quando
la mia amica palestinese Samar ha lanciato l'idea di una "Giornata
del pane per la pace" nel suo panificio a Betania ho sentito
che non potevo sottrarmi a questa chiamata!
Il pane!
Simbolo di vita, di speranza, di prosperita', di accoglienza, e’
desiderio e necessita' prima degli uomini di qualsiasi cultura.
Appena tornata a casa, in Israele, ho iniziato a cercare
freneticamente di coinvolgere piu' gente possibile e ho
cominciato a raccontare il sogno. I primi occhi che si sono
accesi sono stati quelle delle madri. Di madri di figli soldati,
di figli scolari, di nonne, di coloro che non dormono la notte e
si chiedono cosa si possa fare per cambiare qualcosa. Poi ho
cercato qualcuno di importante e per tre giorni di seguito ho
visto sugli schermi della televisione israeliana, uno dei
personaggi piu' veri e affascinanti del mondo politico
israeliano: Yuli Tamir, dei Laburisti, professoressa di
filosofia all'Universita' di Tel Aviv, Membro della Knesset.
C’erano discussioni feroci ma, ogni volta che lei accennava a
parlare, tutti intorno tacevano di colpo e l'ascoltavano con
ammirazione e rispetto.
"E' lei!!" ho pensato –
“Quegli occhi profondi raccontano le sofferenze e le paure delle
madri di tutti i figli in pericolo! Le ho telefonato senza
indugio. Mi ha risposto con una cordialita' tale che mi sembrava
di vedere il suo sorriso attraverso il telefono! L'idea le
piaceva e voleva conoscere anche Samar. Detto fatto. Sabato sera
eravamo tutti a cena nella mia casa del kibbuz: c’era Samar,
c’era Giovanni Quer, rappresentante della parte italiana della
Fondazione Beresheet LeShalom che aveva lavorato tutta la
settimana nel orfanotrofio e nel panificio di Betania come
volontario, c'era la mia famiglia e tutti insieme abbiamo
partorito un nuovo progetto per darci speranza a vicenda: donne
israeliane e donne palestinesi, donne ebree, cristiane e
musulmane si incontreranno e assieme prepareranno e spezzeranno
il pane frutto della loro opera.
Betania, Azariye, dove
secondo il Nuovo Testamento Lazzaro torno' in vita, confina con
Gerusalemme est, dalla porta di Damasco in direzione sud.
Il panificio e' stato aperto con l'aiuto di un tecnico
israeliano che, dopo molte titubanze e rifiuti ha accettato il
rischio di recarsi in Palestina, il 16 ottobre 2003 (altro segno
divino: 60 anni esatti dalla razzia compiuta dai nazisti nel
ghetto di Roma). Dopo aver montato i macchinari si e’ preparato
il primo pane e israeliani e palestinesi: arabi cristiani e
musulmani ed ebrei hanno condiviso lo stesso cibo sedendo alla
stessa tavola.
Ci incontreremo per condividere un momento semplice quanto
quotidiano d'ogni uomo. Da tempo questo desiderio albergava
nell'animo di Samar e dopo l'ultimo viaggio di testimonianze in
giro per l'Emilia Romagna, ho sentito che era il momento di
aiutarla ad avverarlo.
La Tamir si e' offerta di esser portavoce e responsabile.
Ci saranno diversi gruppi di lavoro per le diverse fasi di
lavorazione del pane, per poi condividerlo nello spiazzo
antistante il panificio con musica canti e forse per la prima
volta in Palestina (e questo e' veramente un sogno) verra'
rappresentato lo spettacolo del Teatro Arcobaleno "Beresheet".
Anche l'Ambasciatrice d'Italia in Israele Anna De Bernardin ha
accolto con entusiasmo il progetto e ci ha incoraggiato con
affetto. Ora stiamo cercando di coinvolgere piu' Enti possibili
che sostengono l'opera di donne, di operatrici di pace, di
educazione e di convivenza fra i popoli.

L'8 febbraio 2005 Arik Sharon e Abu Mazen si sono stretti la
mano a Sharem El Sheich.
Ora mani palestinesi e mani israeliane creeranno insieme il
primo pane comune dopo tante sofferenze. Perche’ le madri
sono coloro che danno la vita. Le madri sono la prima fonte
di alimento dei propri figli. Perche’ Sara preparo’ il pane
che Abramo offri a quei tre Angeli benedetti che erano
venuti a promettergli una grande discendenza. . .
Eccoci, siamo parte di quella discendenza: faremo del tutto
per continuare a portare avanti
quella promessa !!! Per continuare a costruire e per dare il
meglio di noi stessi.
Per dare coraggio a chi vuole continuare a vivere, a chi
crede in un futuro pieno di colori,
di tavolate piene di figli e nipotini, di gite all'aria
aperta e di case serene.
E inizieremo dalle cose piu' semplici. . .
Da un pezzo di pane!
Dobbiamo essere pronti. . .
chissa’ che quei tre Angeli non passino di li. . . per
tornare a curare le nostre ferite,
per portare la parola del Signore a Sodoma per annunciare
la fine di tutte le sofferenze!
Angelica Calo' Livne'
2005
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